L’opera è la rappresentazione di una tipica famiglia contadina degli anni sessanta, la famiglia di “Neno de Mengrè” dove Neno sta per Nazareno e “Mengrè” era uno dei tanti soprannomi con i quali venivano etichettate e riconosciute le famiglie dell’epoca. Il nostro personaggio, oltre ai problemi che si trova ad affrontare in campagna, è alle prese con un padre e un figlio inseparabili, ma sempre attratti dai guai, e una moglie con la mania del comando. Ma il povero Neno non sa che sulla sua casa si sta per abbattere un problema ben più grande e al quale nessuno era preparato: il fidanzamento della figlia Maria. Cosa ancor più grave deve conoscere la famiglia del fidanzato con la quale organizzare la relativa spartizione delle spese matrimoniali, che all’epoca seguivano un preciso cerimoniale dal quale non ci si doveva distaccare neanche di una virgola, pena l’annullamento del matrimonio.
L’opera ci presenta, in un crescendo di emozioni e risate, scene spassose e divertenti come la richiesta di aiuto della figlia al padre per far accettare alla mamma il fidanzamento; l’arrivo di Valintì che timido e impacciato deve chiedere a Neno la mano della figlia; la visita dei genitori del fidanzato dove la madre fa sfoggio di tutta la sua arrogante superiorità (non culturale, ma dovuta al fatto di essere contadini proprietari del terreno che lavorano) e il padre che sottomesso da una donna tanto forte, evidenzia tutte le sue insicurezze con un tic che lo costringe a grattarsi continuamente. Non meno divertente è la lite che nasce tra i coniugi Mengrè e i futuri suoceri per la spartizione delle spese del matrimonio. Il parroco del paese, come spesso succedeva all’epoca, riesce a ristabilire la pace tra le famiglie dei futuri sposi. Ma… un colpo di scena finale (provocato da nonno e nipote) rimetterà in discussione il tutto.
L’idea di scrivere l’opera “Lu matrimoniu a casa de Mengrè” è nata nella mente dell’autore dopo aver ascoltato dai nonni i tanti racconti sul modo di organizzare i matrimoni tra contadini negli anni cinquanta/sessanta e sugli epiloghi a volte divertenti a volte commoventi che avevano i preparativi delle nozze.
Questa idea è stata in seguito supportata da un’ accurata ricerca di fonti orali e scritte sull’argomento. Di tale lavoro nella commedia vengono evidenziati e trattati con precisione tutti i riti che venivano osservati nel periodo antecedente il matrimonio, dal fidanzamento alla conoscenza dei suoceri, dall’incontro delle famiglie ai precisi impegni economici di ognuno per il fatidico giorno, spesso considerati ben più importanti dell’amore che univa i due fidanzati.
I personaggi appaiono in tutta la loro semplicità, con il loro modo di esprimersi popolare ed immediato, con la loro antica praticità contadina verso il quotidiano, con la loro ignoranza cui sopperivano i proverbi e la saggezza patriarcale.
Non si è, comunque, trascurato il sentimento quale componente essenziale di tutta la commedia. Questi personaggi infatti, oggi così distanti, non appaiono solo delle macchiette, ma l’intenzione dell’autore è quella di farli vivere ancora nel cuore di molti di noi, legandoci alle nostre radici, ai ricordi vivi dei nostri padri e dei nostri nonni.
NENO - Pietro Romagnoli
PEPPA (sua moglie) - Cecilia Cesetti
MARIA (figlia) - Laura Bartolacci
ANGIULÌ (figlio) - Alessio Sergolini
VASÌ - Piergiuliano Lignini
ANNETTA - Caterina Damiani
VALINTÌ - Luca Arriva
RIGO - Maurizio Conti
FIRMINA - Paola Cruciani
MINELLA - Romina Forti
DON VINCÈ - Giampiero Vitturini
MARESCIALLO - Sauro Sergolini
APPUNTATO - Enrico Ginobili
REGIA
PIETRO ROMAGNOLI
TecnicI Audio e Luci
RICCARDO ROMAGNOLI - MATTIA MITI
Suggeritrici
LUISA CRAIA – IVANA FAGIANI
Collaboratori di scena
ALBERTO POMPA – LUIGI MUCCI - ROBERTO ZUCCONI
SILVIO PICOZZI -
Truccatrice – Costumista
MARISA CASTELLANI